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Osteopatia e gravidanza: primo trimestre
L’osteopatia, una terapia manuale che impiega tecniche non invasive, è generalmente sicura e può essere utilizzata anche durante la gravidanza. Tuttavia, il primo trimestre, che comprende la fecondazione, la migrazione dell’ovulo attraverso le tube di Falloppio e l’impianto nell’utero, è una fase particolarmente delicata del periodo gestazionale. In questi primi mesi, il rischio di aborto spontaneo è più elevato. Nonostante ciò, non vi sono controindicazioni assolute al trattamento osteopatico durante il primo trimestre, a condizione che si tenga conto delle modifiche fisiologiche in corso.
Sarà quindi premura dell’osteopata non approcciare direttamente al sistema osseo del bacino e della colonna vertebrale lombare, nonché al sistema viscerale del basso ventre. Queste precauzioni sono adottate nel rispetto delle preoccupazioni che possono sorgere durante i primi mesi di gravidanza.
È importante sottolineare che non esistono evidenze che colleghino il trattamento osteopatico con un aumento del rischio di aborto spontaneo. Quindi, se una donna è già in trattamento osteopatico e scopre di essere incinta, non c’è motivo di allarmarsi.
Nel primo trimestre, è possibile trattare le aree disfunzionali presenti già prima della gravidanza: questo aiuta a prevenire potenziali ostacoli alle continue modificazioni cui il corpo della donna è soggetto durante i nove mesi di gestazione.
Una struttura che va sicuramente valutata e trattata in questo periodo e per il resto della gravidanza è il muscolo diaframma. Liberarlo dalle restrizioni che ne limitano la mobilità consente di raggiungere diversi obiettivi utili:
- Miglioramento della capacità respiratoria: è comune sperimentare affanno a causa dei cambiamenti corporei.
- Miglioramento della circolazione dei fluidi: l’aumento della produzione di ormoni, in particolare estrogeni e progesterone, influenza la dinamica del flusso circolatorio, soprattutto linfatico. Il diaframma, oltre ad essere il muscolo principale della respirazione, funziona anche come una pompa per i fluidi. Il suo movimento altera le pressioni interne di addome e torace, facilitando lo spostamento dei liquidi.
- Riduzione di disturbi come nausea e dispepsia da reflusso gastroesofageo: questo perché nelle fibre del m. diaframma si forma lo sfintere tra esofago e stomaco. Se il diaframma è contratto la valvola non potrà essere funzionale. Questo tipo di nausea va distinta da quella di origine ormonale, che diminuisce con il calo della produzione di ormoni.
- Ottimizzazione della capacità addominale: migliorare l’elasticità del diaframma permette all’utero, in crescita, di trovare lo spazio necessario. Inoltre, consente agli altri organi della cavità addominale di adattarsi all’aumento di volume dell’utero e trovare più facilmente spazio senza subire la pressione verso il basso data dal diaframma.
Verso la fine del primo trimestre è possibile l’aumento o la comparsa di dolore lombare dovuto ad una difficoltà di adattamento allo stato di crescita dell’utero. Avvicinandoci all’inizio del secondo trimestre, uscendo quindi dalla fase più critica, potremo iniziare ad approcciare anche il tratto lombare, il bacino e l’utero.
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