La Fibromialgia è una sindrome cronica caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso e da una sensibilità…
Lombalgia
Lombalgia e come prendersene cura.
La lombalgia rappresenta per molte persone una malattia invalidante. Di certo non uccide nessuno, ma sicuramente disturba la vita di tanti.
Chi può dire infatti di non aver mai sofferto di mal di schiena, almeno una volta nella vita?
È per ciò che diventa di massima importanza trovare una cura che possa risolvere il problema. A questo punto, solitamente, l’iter prevede che venga eseguita una rx (lastra) o una risonanza magnetica perché ne venga scoperta la causa.
Le opzioni più frequenti sono le seguenti:
1) l’esame strumentale rivela il problema reale del mal di schiena (es. sindrome della cauda equina, ernie gravi);
2) l’esame strumentale rivela la presenza di proprie particolari anomalie o di disfunzioni legate all’avanzare dell’età (protrusioni, ernie lievi, degenerazione dei dischi,…) che non sempre rappresentano la causa;
3) l’esame strumentale non rivela niente (ma il dolore c’è!);
Escluso il punto 1, per cui sarà più facilmente necessario l’intervento di un medico, come mai ne soffro se il mio caso è simile al punto 2 o 3?
In questi casi, l’85% circa, la lombalgia viene definita aspecifica, perché non imputabile a cause fisiche precise. È invece più probabilmente dovuta allo stile di vita come posture e movimenti scorretti, stress fisici o psicologici, assenza di attività fisica e tendenza alla sedentarietà.
In che modo l’osteopatia può essermi utile?
L’osteopatia, che considera tutta la persona e non il sintomo singolarmente, si pone come scopo quello di migliorare la mobilizzazione fisica. Ciò si ottiene lavorando su quelle aree (non solo lombare) tendenzialmente rigide o tese, che creano ostacoli al corretto movimento di tutto il corpo.
Alcuni esempi sono la presenza di una cicatrice addominale (es. cesareo, appendicectomia), o una disfunzione viscerale (intestino pigro, colon irritabile,…), o un’alterazione della funzione del diaframma toracico (da stati ansiosi, esiti di patologie respiratorie che ne limitano l’attività,…).
Se la causa verrà individuata in tempo si può scongiurare l’evoluzione verso forme più croniche.
Il trattamento varierà a seconda della singolarità della persona, della condizione dei tessuti e quindi dello stato della malattia (acuta, sub-acuta, cronica). Lavorando così sulla risoluzione delle disfunzioni, sulla loro mobilità e sulle funzioni neurovegetative (sistema di trasmissione delle informazioni dall’area interessata al cervello e viceversa), si potranno ottenere risultati positivi sulla lombalgia e di conseguenza sulla qualità della vita.
Io, in qualità di paziente, cosa posso fare per velocizzare il processo di guarigione e ottimizzare il lavoro dell’osteopata?
“Prima di cercare la guarigione di qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle
cose che lo hanno fatto ammalare.” (Ippocrate)
Già Ippocrate, a suo tempo, aveva capito quanto fosse importante avere uno stile di vita sano. A seconda di ciò che provoca il nostro mal di schiena dovremo essere disposti a migliorare la postura, l’alimentazione e/o ad abbandonare la sedentarietà a favore di un po’ di attività sportiva. Non sempre infatti è giusto abbandonare l’attività , anche blanda, perché la rigidità e l’indebolimento dei muscoli che ne conseguono, spesso peggiorano la situazione.
Curiosità
Il 90% delle ernie vertebrali guariscono da sole!
Svariati studi hanno dimostrato che difficilmente l’ernia vertebrale può rappresentare la causa del dolore lombare cronico perché, avendo la tendenza a disidratarsi, perde velocemente il contatto con la radice nervosa e non provoca più dolore nel giro di pochi giorni o di un mese al massimo. Di conseguenza, interventi mirati all’asportazione del disco erniato hanno dimostrato poca efficacia nella risoluzione del sintomo; infatti con gli anni la quantità di interventi a tale scopo si è fortemente ridotta.
L’osteopata non ha il potere di “far rientrare” le ernie!
Questo è bene sottolinearlo, per evitare incomprensioni. Non esistono tecniche osteopatiche che possano rimettere l’ernia al proprio posto. Ciò che si può fare, come già detto in precedenza, è lavorare sulle disfunzioni perché l’organismo possa mettere in atto i migliori metodi di adattamento.
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