skip to Main Content
v.marturanosteopata@libero.it

Diaframma toracico

Per mezzo mio vivete e per mezzo mio morite. Nelle mani ho potere di vita e di morte, imparate a conoscermi e siate sereni”

Così Andrew Taylor Still (padre fondatore dell’osteopatia) parlava riferendosi al muscolo diaframma. L’affermazione può sembrare esagerata, ma cerchiamo di capire insieme perché questo muscolo è così importante.

Cenni di anatomia.

Si tratta di un muscolo largo e sottile che separa la cavità toracica da quella addominale. È formato anteriormente da due emicupole (destra e sinistra) che si inseriscono sullo sterno e sulle ultime 7 coste; nel mezzo sono unite dall’intreccio tendineo che costituisce il centro frenico. Posteriormente è costituito da due pilastri che “agganciano” il muscolo al tratto lombare.

Superiormente si trova in contatto con cuore e polmoni, inferiormente con fegato, stomaco, milza, parte di intestino e ghiandole surrenali.

Presenta degli orifizi attraverso i quali passano l’esofago, i nervi vaghi, l’ aorta addominale, la vena cava inferiore e il dotto toracico (raccoglie la linfa proveniente dagli arti inferiori e dall’addome).

Funzioni.

Entrando in contatto con più strutture svolge differenti funzioni:

  • respiratoria (quindi anche fonatoria); ne rappresenta infatti il principale muscolo
  • digestiva ed escretiva (favorisce la peristalsi e la defecazione)
  • circolatoria
  • autoimmunitaria
  • emozionale (riso, pianto, percezione del dolore)

Quando risulta utile valutarlo e, se necessario, trattarlo?

Praticamente sempre! Facciamo qualche esempio…

  • Cervicalgia: una disfunzione diaframmatica può trasmettersi, per via riflessa, al tratto cervicale, lì dove origina l’innervazione del muscolo stesso (nervo frenico)
  • Lombalgia: una problematica lombare può essere provocata e/o mantenuta dal diaframma, per la connessione diretta tra i pilastri del diaframma e le vertebre lombari
  • Reflusso gastro-esofageo: il funzionamento della valvola esofagea inferiore (corrispondente all’orifizio diaframmatico) viene alterato da uno spasmo del muscolo, impedendo il passaggio del materiale dall’esofago allo stomaco e anzi, provocandone la risalita
  • Altre problematiche viscerali (stitichezza, colon irritabile, …): l’irritazione dei nervi vaghi (che attraversano il diaframma), possono provocare dei disturbi riflessi
  • Patologie respiratorie: in soggetti che soffrono d’asma o che hanno sofferto di polmoniti
  • Stati d’ansia, depressione, stress
  • E ancora: dorsalgia, disfunzioni di arti superiori e inferiori, disfunzioni degli organi pelvici, problematiche legate alla gravidanza e all’età infantile,…

E io, in qualità di paziente, cosa posso fare?

Trattandosi di un muscolo (molto importante), necessita di esercizi di stretching tanto quanto gli altri. A questo proposito può tornare utile un esercizio, che può sembrare scontato ma che, al tempo stesso, a molti risulterà difficile eseguire. Volete sapere di cosa si tratta? Respirare, respirare e respirare, ma bene!

Sdraiatevi a pancia in alto con le gambe piegate e i piedi appoggiati. Ponete una mano sull’addome e l’altra sul petto. Quando inspirate gonfiate la pancia, cercando di muovere il meno possibile la parte alta del torace, se non alla fine della respirazione profonda. Quando espirate sgonfiate completamente la pancia. Ripetete per una 15ina di respiri; se vi sembra faticoso fatene meno, l’importante è che siano eseguiti correttamente.

Questo esercizio, svolto almeno una/due volte al giorno, una delle quali la sera, avendo anche la funzione di rallentamento dei processi fisiologici, prepara l’organismo alla fase di addormentamento.

Questo articolo ha 0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *